
Ci sono 5 posti disponibili per questo corso, in modo tale da dare a tutti la dovuta attenzione. Assicurati di riservare il tuo spazio! Dove? Presso: ‘Slow Yoga Studio’ Vicolo Ricciardi 4, 56125 Pisa
Il corso include il manuale Livello 1 e la Certificazione di completamento.
Scrivimi per tutte le info!!
Namaste’
ElySunrise
Benvenuto maggio 2021! Questo mese, il corso ‘Non solo Reiki’ che include i fondamentali della pratica Reiki di Primo Livello + nozioni Yoga e mantra, si terra’ ad Asti e all’aperto!
Scrivimi per tutte le info!
Namaste’
I nostri percorsi possono crearci esperienze di sofferenza, ma chi è colui che soffre? Una forma di sofferenza puo’ essere che stai cercando, ma allo stesso tempo non sei veramente pronta/o a rinunciare o liberarti dall’attaccamento che hai verso determinate cose, persone e situazioni della tua vita.
Quindi sei diviso. Parafrasando Mooji, una parte di te vuole cercare, ma un’altra parte non vuole veramente avere successo in questa ricerca. Come quando preghiamo Dio o l’energia Suprema “Ti prego, stammi vicino, elimina le mie tentazioni e la mia arroganza.. ma non farlo velocemente, fai con calma…”. Dammi tempo di prepararmi a questa separazione. Cosa vuol dire? Che quel tipo di vita o situazione ancora in fondo ci piace, sono attaccato alla sofferenza e all’immagine che crea di me stesso e so che non va bene e voglio cambiarlo (idealmente un giorno), ma e’ come dire voglio smettere di fumare senza smettere di fumare.
Conosco solo quell’immagine di me stesso, nient’altro. Quando stiamo ancora indulgendo nelle nostre abitudini ‘malate’ e allo stesso tempo continuiamo a perpetuare una ricerca interiore, riattivando i nostri soliti vecchi schemi, cominciamo a sentirci in colpa, a sentire che stiamo andando contro cio’ che sosteniamo di volere (la parte di noi impegnata nella ricerca) e la ricerca sembra non solo non portarci da nessuna parte, ma anche renderci la vita ‘Peggiore di prima’. Tutte le azioni inconsapevoli (mosse dall’ego) cominciano piano piano a risultarci chiaramente visibili, salgono in superficie, lasciandoci un’enorme frustrazione dentro.
Oppure arriviamo ad un momento cruciale della nostra ricerca, ma decidiamo di non attraversarla profondamente, di non aprire gli occhi e ci arrendiamo. E cosa succede quando lasciamo perdere? Ci sentiamo sollevati, ci sentiamo per un attimo leggeri. Ma la domanda e’, sei tornato nella tua zona di confort, ma ti senti veramente libero? Ti sei liberato di quel “Te stesso” che ti condiziona da quando sei venuto al mondo? Colui che comincia a farsi delle domande, non finisce mai. Ma ecco che, forse, proprio proprio quelle domande e la pratica, diventano un’opportunita’ di liberazione di quel ‘sé’ falso. Quella parte cosi.. infinitamente separata dal Vero.
📸 Desire Tree Yoga, Melbourne
Mi trovavo all’ashtanga yoga Mysore presso il ‘Prana House’ di Melbourne, quando, parlando con la mia insegnante Amanda, condivisi le mie grandi difficoltà a mantenere una regolarità con la pratica yoga. Era il 2017, frequentavo una scuola per diventare massaggio terapista che mi costava 8000$ l’anno e facevo 4 lavori diversi per mantenermi.
Quell’anno, lavorai come cameriera in un ristorante italiano, banconista tuttofare presso un ristorante vegan/indiano super gettonato nella zona “hippy” di Melbourne e il week end al mercato di South Melbourne Market in un negozio di prodotti organici. Nei momenti liberi organizzavo lezioni yoga sia al Sant Kilda Park che in studio e insegnavo Reiki.
La mia sveglia suonava alle 6.10 tutte le mattine e nella mia giornata gli unici momenti in cui avrei potuto riposarmi erano quelli passati sul treno per la città o sul tram. Non mi ero mai sentita così viva, ma neppure così stanca di praticare.
Tutte le mattine arrivando allo studio yoga, speravo profondamente di far pena alla mia insegnante () , in modo da sentirmi “in pace con me stessa” e autorizzata a tornare a casa a dormire. Spesso arrivavo con un muso fino a terra, mi veniva difficile perfino salutare. Amanda mi invitava sempre a continuare con la mia pratica, ma senza spiegarmene la vera utilitita’. Sono quelle cose che capisci con il tempo, quando la tua pratica comincia a prendere gli ultimi posti nella scaletta delle tue priorita’.
“Piuttosto fai meno ma continua a praticare” mi disse un giorno.. e aggiunse “Un giorno Pattabhi Jois mi disse : ‘Practice practice… more pain in coming’ (pratica pratica, che altri momenti difficili stanno per arrivare) e ora, Elisa, io lo sto dicendo a te.. More pain is coming! Solo ora capisco cosa lui intendesse e presto lo capirai anche tu..”…. La traduzione che ho riportato, non e’ letterale ma questo era il senso. Ovviamente per me quella frase non fu di nessuna utilita’, anzi mi chiesi come potesse pensare di motivarmi a continuare in previsione di un peggioramento. A cosa sarebbero dunque serviti i miei sforzi??
Il significato di quella frase lo capii, invece, a distanza di tempo, quando piano piano il mio corpo sviluppò 2 ernie discali, un po’ come autoconferma che L’IO (ego) avesse ragione. Pur potendo diminuire l’intensità della mia pratica, arrivando ad un compromesso, decisi invece di interrompere la mia relazione con lo yoga. Cominciai a seguire solo la mia testa, a praticare solo quando mi andava a non avere più regole. Cominciai a perdere il senso della mia sadhana, a pensare che se una cosa non mi va non va fatta.
Arrivai inevitabilmente ad abbandonarla, scoprendo successivamente sulla mia pelle, quanto quella pratica mi diede a suo tempo, che ogni asana, ogni singola postura fosse lì veramente a prepararmi per quel” peggio inevitabile” del mondo materiale.
L’esperienza corporea delle posture, la chiusura in me stessa, quel diventare ‘invisibile’, quel ritirarmi da una realta’ ostile a cui non riuscivo ad adattarmi, la riconobbi come il punto di ripartenza per ‘un’altro giro di giostra’ come disse Terzani. Una possibilità evolutiva verso una me piu’ “attrezzata” ad affrontare il cambiamento e le sfide che la vita continuo’ a presentarmi davanti, giorno dopo giorno, pratica dopo pratica.
I momenti dove la vita mi ha veramente piegata, mi hanno anche insegnato a utilizzare oggi quello che è, preparandomi per cio’ che inevitabilmente sarà. Mostriamo la nostra reale flessibilità in momenti come questi, la capacità di piegarci senza soccombere, in una realtà fatta di transizioni, dove ogni fine di qualcosa, ogni uscita, è anche un punto di ingresso verso qualche altra parte.. di noi.
Elysunrise
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Namasté
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Namasté
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